martedì 20 novembre 2012

Incas vs. L'atzeco


In questo post uno sfidone all'ultimo sangue fra due libri, primi di due saghe, che parlano di due popoli precolombiani e della successiva conquista spagnola: "Incas: l'ombra del puma" di Antoine B. Daniel e "L'atzeco" di Gary Jennings!!!

Cominciamo da "Incas". Il romanzo parla di Anamaya, una ragazza inca con dei misteriosi occhi azzurri, che, anche se nasce in un villaggio sperduto di una tribù minore, riesce per motivi incomprensibili ad entrare nelle grazie dell'imperatore morente, e quindi negli strati alti della società. Ad un certo punto del libro si inserisce il punto di vista di uno spagnolo, Gabriel,  e si segue così l'arrivo di Pizzarro in Perù e l'incontro fra i due.
Il romanzo non è autoconclusivo.

"L'atzeco" invece è la storia della vita di Mixtli, figlio miope e senza molte prospettive di un cavapietre, che, per varie vicende riesce a scalare la società atzeca e compie vari viaggi fra i popoli confinanti. Viene raccontato anche l' arrivo degli spagnoli fino a vari anni dopo la conquista.
La narrazione è autoconclusiva in quanto segue tutta la vita del protagonista fino alla morte. E' strutturato come una serie di lettere dall'arcivescovo della Nuova Spagna a re Carlo I con in allegato la trascrizione della vita dell'atzeco, un espediente divertentissimo, perché si capisce che il re vorrebbe nuovi racconti pruriginosi e invece il vescovo vorrebbe negarglieli XD Imperdibile la scena in cui Mixtli espone ai frati che stanno scrivendo la sua storia, la sua teoria sulla correlazione fra ampiezza e colore dei capezzoli delle donne e la loro sessualità.

Io non sono un'esperta, ma da autodidatta mi sono appassionata ai popoli precolombiani e ho letto vari libri in proposito, quindi mi sono resa conto che entrambi gli autori devono avere studiato moltissimo per scrivere questi libri, anche se per forza di cose qualche particolare è inventato e qualche teoria potrebbe essere datata.
Entrambe le storie di per sé sono molto interessanti. A pelle mi interessava decisamente di più quella di Anamaya, ma trovo che quella di Mixtli sia sviluppata molto meglio: Anamaya è decisamente troppo "raccomandata", per quanto faccia la povera perseguitata le va tutto troppo bene. In generale i personaggi e le situazioni risultano un po'piatti. Anche la storia d'amore fa decisamente troppo Pocahontas della Disney: loro sanno di essere predestinati a stare insieme e si capiscono fin dall'inizio usando il linguaggio del cuore. Ma per favore!!! Magari i romanzi successivi sono meglio, ma questo non mi invoglia a leggerli.
Bisogna però dire che "L'atzeco" è un romanzaccio, per quanto più vivace, meglio raccontato e con personaggi più interessanti, per mantenere l'attenzione del lettore per tutte le innumerevoli pagine, Jennings ci mette violenza e sesso di tutti i tipi a profusione.
Apprezzo l'inserzione di qualche elemento soprannaturale in entrambi i libri, anche se trovo che Daniel abbia calcato troppo la mano.

Valutazione finale: vince decisamente "L'atzeco" perché:
1) entrambi i libri sono mattoni enormi, ma questo almeno è autoconclusivo (in effetti sono curiosa di vedere come si giochi il seguito nei volumi successivi)
2) mostra uno scorcio più ampio del popolo Inca e delle civiltà confinanti
3) ha personaggi decisamente più tridimensionali
4) ha una trama più vivace
5) l'espediente delle lettere è divertente e serve a cadenzare la storia

Li avete letti? Cosa ne pensate?

Dinosauri a Milano


Ho scoperto che la street art più figa del mondo sta proprio a Milano *W*

giovedì 15 novembre 2012

Brutti (Westerfeld)


La serie "Brutti" di Scott Westerfeld mi piace tantissimo ed è la mia preferita dell'autore. E' composta da quattro libri, di cui in Italia sono editi solo i primi due (-.-), Brutti e Perfetti. Gli altri due sono Specials ed Extras, che sono facilmente reperibili anche usati su internet e il cui inglese fortunatamente è abbastanza semplice. Da questa serie doveva essere tratto un film che doveva uscire nel 2012, ma non ho trovato notizie recenti al riguardo. Come la serie "Vampirus" e la serie "Midnighters", di cui ho già parlato, è uno young adult, ma qui il target si sente meno che in altri romanzi.

L'ambientazione è ciò che ho preferito, la trovo semplicemente geniale: la civiltà come noi la conosciamo è stata distrutta da un batterio mangia-petrolio fuori controllo, le linee costiere sono cambiate a seguito del surriscaldamento globale, l'umanità vive asserragliata in città stato fondate sui tre principi di Sostenibilità, Uguaglianza e Pace. A 12 anni i bambini vengono trasferiti in dormitori e all'età di 16 anni vengono operati per diventare bellissimi ed avere una salute di ferro. Tramite la chirurgia estetica, infatti, i governi pensano di eliminare tutte le ingiustizie e le disuguaglianze determinate dall'aspetto esteriore. Una volta operati, i giovani hanno accesso al quartiere dove i Belli passano il loro tempo fra feste e divertimenti, fino al raggiungimento dell'età adulta e all'inizio della vita lavorativa.
Tally Youngblood, la protagonista, come tutti non vede l'ora dell'operazione per diventare Bella, ma la sua nuova amica, Shay, non è così convinta e le fa notare delle incongruenze nel comportamento delle persone operate. Quando Shay scappa all'operazione per cercare Fumo, una misteriosa città costituita da Brutti sfuggiti all'operazione, Tally è costretta a fare una scelta...

I primi tre libri seguono le avventure di Tally. Il quarto è ambientato in Giappone qualche anno dopo e la protagonista è Aya, un'altra giovane Brutta. L'ambientazione pop non è male, ma è scocciante che proprio sul finale Tally compaia solo come personaggio secondario. Purtroppo il livello di Westerfeld spesso si abbassa sul finale. In ogni caso il mio libro preferito è il secondo (probabilmente perché è il primo che ho letto ^^').
La serie dei "Brutti" mi piace così tanto perché, oltre ad avere una bella trama, affronta in maniera credibile e interessante temi  problematici come la bellezza, il conformismo, l'individualità, il sistema di governo, i problemi ambientali...

domenica 21 ottobre 2012

Un polpo alla gola


Oh, lui dal vivo è proprio carino! Dal suo autoritratto non l'avrei mai detto.
Ieri sono stata con la mia amica Bi alla presentazione del secondo libro di Zerocalcare,"Un polpo alla gola", alla fumetteria Alastor di Milano e mi sono comprata la versione con la copertina nerd che era reperibile solo in quest'occasione e a Lucca.
Ci siamo messe in lista per avere un suo disegno. C'era un sacco di gente e lui è molto carino e accurato, però questo vuol dire che abbiamo dovuto aspettare un sacco anche arrivando a ore più che decenti. Nel frattempo abbiamo preso una bibita gratis che era inclusa nell'acquisto e poi il gentilissimo GL, fidanzato della Bi, ci ha offerto la cena al Jubin, un ristorante cinese che mi piace un sacco! Ho preso ramen con l'anatra e assaggiato tutto di tutti.
Dopo ore e ore di attesa lui in persona mi ha disegnato un dinosauro feroce sulla prima pagina!!! Ovviamente il tema l'ho scelto io.
Il libro in sé è divertente e interessante, ma ammetto di preferire le storie corte che pubblica sul blog. Invece ammetto con vergogna che non ho ancora letto il primo libro, "La profezia dell'armadillo", che ho intenzione di recuperare (o mettere nella lista regali di Natale) il prima possibile.



lunedì 15 ottobre 2012

Darwinia (Robert Charles Wilson)

Darwinia è un romanzo del 1998 di Robert Wilson. Ha vinto un premio Aurora (un premio canadese) ed è stato nominato all'Hugo, ma secondo me non se lo merita.
L'idea base è fighissima: l'Europa e parte dell'Asia e dell'Africa all'improvviso vengono sostituite da un territorio della stessa forma, ma con flora e fauna molto diverse, quasi preistoriche. Lo stesso avviene con i mari intorno. Ovviamente gli abitanti scompaiono insieme con i "vecchi" continenti, creando una processione di esuli e orfani, di cui alcuni decidono di conquistare il nuovo territorio. Ma anche le grandi potenze sono interessate a quello che i giornali chiamano Darwinia...
La storia è ambientata nel 1912 e il protagonista è Guilford Law, un giovane fotografo affascinato da Darwinia fin dal tempo della sua comparsa, che entra a far parte di una spedizione di esplorazione del nuovo mondo.
E fin qui tutto bene. Non è una bella idea? Solo che Wilson si fa prendere la mano e ci mette dentro personaggi cavalcati da divinità in stile voodoo, i marziani, un'intelligenza cosmica, la vita dopo la morte, fantasmi della seconda guerra mondiale (perché proprio di quella non viene mai spiegato), mutazioni, una battaglia fra bene e male alla fine dei tempi in stile apocalisse e quant'altro. In teoria c'è una spiegazione razionale che permette di coordinare tutto, in pratica ho trovato che fosse veramente un po'troppo.
In più viene dato troppo spazio a personaggi che poi non sono adeguatamente sviluppati, come la figlia di Guilford, Lily, e che ci sono bizzarri sbalzi di punto di vista che si potevano tranquillamente evitare.
Insomma, se proprio non avete altro da leggere potete provarci, se no c'è di meglio.
In Italia è stato pubblicato da Fanucci nel '99. Io ho letto l'inglese e non è particolarmente difficile (specie con un vocabolario sottomano).

giovedì 11 ottobre 2012

Weekend preistorico: incisioni rupestri in Val Camonica

Rosa camuna e personaggio con aureola
Case e figura a cavallo
Animali. Per gli antichi camuni erano molto importanti i cervi, considerati simboli solari per via dei palchi di corna che cadono e ricrescono
Spatole, persone e un labirinto

Le incisioni rupestri della Val Camonica sono state realizzate in un periodo che va dall’8000 a.C. al medioevo. Sulle stesse pietre si trovano, spesso sovrapposti, i cervi dei primi popoli cacciatori arrivati nella valle, gli oranti del neolitico, scene di guerra successive alla scoperta della fusione dei metalli, incisioni romane e simboli cristiani medievali. Attraverso i vari motivi figurativi si possono ripercorrere i cambiamenti della cultura camuna attraverso le epoche.
Le aree delle rocce istoriate sono suddivise in vari parchi. Noi siamo riusciti a vederne solo due. Il primo era quello delle Naquane che è anche il più importante. Abbiamo visitato anche la chiesetta vicina, dedicata alle sante Faustina e Liberata, dove si trovano massi con impronte di mani, che, secondo la tradizione, sarebbero stati fermati dalle sante.
Riparo preistorico
Ricostruzione di un'abitazione del Neolitico
Ricostruzione di una casa dell'età del ferro

 Il secondo sito che abbiamo visitato è stato quello di Ceto, Cimbergo e Paspardo, che si trova in un parco naturale e offre anche la ricostruzione di un’abitazione del Neolitico e di una dell’età del ferro. Inoltre il biglietto comprende l’ingresso al museo di Nadro, situato in un edificio medievale, che è piccolo, ma aiuta a capire quanto visto nei vari parchi.
Non bisogna però sottovalutare gli altri siti, in quanto ognuno ha i suoi punti di interesse. Secondo me bisognerebbe dedicare alle visite almeno un intero weekend. I biglietti d’ingresso per i siti sono molto abbordabili visto che si aggirano sui 3-4€ e che alcuni fanno riduzioni per i minori di 25 anni. L’ingresso ad alcune aree, come quella di Seradina-Bedolina è addirittura gratuito. L'Archeopark di Boario Terme costa di più , sui 7-8€, ma è molto interessante perché al suo interno sono ricostruiti insediamenti diversi sia per luogo sia per epoca e si possono provare attività che facevano parte della vita delle comunità preistoriche della valle, come il tiro con l’arco, macinare il grano, un percorso rituale in un labirinto…Probabilmente è un parco pensato soprattutto per i bambini, ma mi sarebbe piaciuto molto andarci. Magari la prossima volta.

martedì 25 settembre 2012

Weekend preistorico: Ötzi

Due weekend fa io e la Pelosa Metà siamo finalmente riusciti a fare il weekend all'insegna della preistoria che sognavamo da un po'. Il sabato siamo stati Bolzano, poi abbiamo dormito in un B&B a Pescarzo, un paesino dichiarato patrimonio Unesco vicino a Capo di Ponte, e il giorno dopo siamo andati a visitare un paio di siti di incisioni rupestri in val Camonica. In caso l'idea vi piaccia un consiglio: non fate come noi, piuttosto fate tutto il weekend in val Camonica e Bolzano a parte, magari associato ad altro e magari portando degli amici che dividano i costi se andate in macchina, perché abbiamo speso un sacco fra autostrada, benzina (anche perché secondo tradizione ci siamo drammaticamente persi), cibo, alloggio e musei. Ho deciso di dividere il viaggio in post a seconda della località, perché mi sembrava più comodo per chi volesse consigli pratici per un'eventuale gita.

Siamo andati per prima cosa a Bolzano a vedere la mostra speciale su Ötzi, l'uomo dell'età del rame (vissuto circa 5300 anni fa) trovato mummificato in ottime condizioni insieme al suo equipaggiamento (non l'avessero rovinato con il martello pneumatico mentre lo disseppellivano, GRRR!!!). In occasione dei 20 anni dalla scoperta della mummia tutto il museo è stato riconvertito a mostra sull'argomento, ed evidentemente la cosa funziona perché l'hanno prolungata fino al 13 gennaio 2013.

La mostra era favolosa, ovviamente il top erano la mummia e l'attrezzatura, ma c'erano parti interessantissime come l'analisi medica dell'uomo dei ghiacci (già si mangiavano troppi grassi animali allora), la nuova ricostruzione che ne hanno fatto (foto in alto), e la parte sulla sua misteriosa uccisione (gli hanno trovato una punta di freccia nella spalla, ma non capiscono se sia morto per quello o chi possa averlo ucciso). Altre parti come i documenti sul ritrovamento o le interviste agli addetti al marketing che ammettevano di voler spennare i turisti erano evitabili, ma c'erano chicche nonsense come le lettere delle persone convinte di essere reincarnazioni di Ötzi.

venerdì 14 settembre 2012

The inheritors (William Golding)

Un altro libro sulla preistoria, e ancora meglio sull'incontro fra Sapiens e Neanderthal, scritto nientemeno che da Signore-delle-mosche Golding!
Per prima cosa un grosso ringraziamento a Tapiroullant che non solo me l'ha fatto conoscere tramite la sua ottima recensione (che vi consiglio, visto che affrontiamo il libro da punti di vista un po'diversi), ma me l'ha anche prestato ^^
Per seconda cosa le brutte notizie: c'è stata un'edizione italiana del libro chiamata "Uomini nudi" (mmm, sexy!), ma è vecchissima e probabilmente introvabile. La soluzione è leggere il libro in originale come ho fatto io, però vi avverto che l'ho trovato parecchio difficile, per cui se non siete molto ferrati vi consiglio di non provarci nemmeno, ha fatto fatica anche Tapiroullant che legge moltissimo in inglese.
Parte della difficoltà, però, non viene dall'inglese, ma dal fatto che la storia è raccontata dal punto di vista di uno dei Neanderthal (non proprio attraverso i suoi occhi, ma più spesso "nei pressi" del personaggio), Lok, che peraltro è il più stupido della tribù. Quindi alcune situazioni che Lok non capisce sono descritte in modo tale che ci si mette parecchio a realizzare cosa avvenga davvero, soprattutto per quanto riguarda la descrizione delle attività sapiens. E' un modo di raccontare molto interessante, anche perché Golding immagina un tipo di pensiero diverso dal nostro, un pensiero che funziona principalmente attraverso immagini statiche. Immagina anche che i Neanderthal abbiano grosse difficoltà a comporre pensieri astratti e che abbiano una rozza forma di telepatia con cui riescono a trasmettersi queste immagini. Il problema è che non sempre Golding riesce a rendere bene questa differenza (concordo con Tapiroullant: a volte questa storia delle immagini sembra mascherare un pensiero che di fatto non è diverso dal nostro) e che di sicuro contribuisce a creare confusione nel lettore.
Per fortuna la storia in sé non è male una volta che si superano le difficoltà linguistiche. Si configura come una sorta di thriller: i membri della tribù cominciano a sparire e sull'irraggiungibile isola al centro del lago vicino a cui vivono compare una nuova gente...

ATTENDIBILITA' SCIENTIFICA
Ciò che mi ha colpito di più del libro è la descrizione dei Neanderthal, totalmente diversi da quanto ipotizzato dagli studi più recenti: sono Neanderthal anni '50 che camminano curvi, sono molto pelosi (tanto che i neonati si attaccano al pelo della madre), non sanno produrre il fuoco né costruire armi, vanno in giro nudi, hanno un pensiero molto semplice con difficoltà di astrazione, non amano l'acqua.
Tuttavia venerano una divinità femminile che vedono come madre del mondo, seppelliscono i morti (ma non hanno rispetto per gli antenati, tanto che scavano le vecchie tombe per utilizzarle per le nuove sepolture), nutrono sentimenti gli uni per gli altri e ritengono una grave colpa l'uccisione di animali (infatti mangiano solo quelli uccisi da qualche predatore), rispettano gli anziani, interpretano la forma di una radice come una figura umana stilizzata (un processo d'astrazione di alto livello). In più migrano stagionalmente fra luoghi prestabiliti, si dividono i compiti per genere e hanno una gerarchia: l'uomo più anziano "pensa" e decide i piani d'azione per la tribù, la donna più anziana è una sorta di sacerdotessa del principio femminile e sovrintende al fuoco.
Bene, adesso che ho elencato le caratteristiche dei Neanderthal di Golding posso analizzarle, insieme ad altri elementi che compaiono qua e là nel libro. Premetto che i Neanderthal mi interessano molto, ma che è possibile che le mie informazioni siano datate, lacunose (o influenzate dalla Mc Auel XD), quindi potete correggermi o aggiungere altro all'analisi.
Attenzione: molto di quello che dico qui proviene dalla conferenza di uno degli organizzatori di "The Great History of Human Diversity". Quindi potrebbe interessarvi anche se non vi importa del libro, perché alcune delle cose che dirò sono scoperte recentissime!

- I Neanderthal camminavano sicuramente eretti e dalle ricostruzioni pare non fossero poi così pelosi
- Sapevano costruire manufatti, e non solo di utilità pratica, infatti sono stati rinvenuti oggetti come una piccola faccia scolpita, una sorta di flauto e un braccialetto e si è scoperto che si adornavano i capelli di piume di rapace scelte accuratamente allo scopo. Il livello tecnologico descritto nel libro quindi è sicuramente scorretto
- Seppellivano certamente i loro morti in posizione fetale come nel libro (e in una tomba sono anche stati ritrovati dei fiori), ma che io sappia non ci sono testimonianze di un culto Neanderthal della grande madre terra. Le varie statuette di donne dalla forme materne esagerate (le cosiddette veneri) sono Sapiens. Tuttavia non ci sono testimonianze nemmeno del contrario
- Pare che dei nostri antenati (ma mooooolto più remoti dei Neanderthal, appena dopo l'uscita dalle foreste) seguissero gli itinerari dei carnivori per nutrirsi degli avanzi di carne prima dell'invenzione della caccia. Tuttavia, a parte aver attribuito questo comportamento alla specie sbagliata, il fatto che Golding ponga l'uccisione come tabù consapevole suona male, fa tanto buon selvaggio Roussoiano.
- Mi lascia perplessa la presenza di tigri dai denti a sciabola (descritte come una sorta di vampiri da Lok XD), secondo quanto ne so all'epoca dovevano essere quasi estinte o estinte del tutto
- La Auel ipotizza che i Neanderthal avessero problemi a nuotare perché le loro ossa erano più pesanti delle nostre. Se è vero la paura dell'acqua assume un senso.
- Il pensiero Neanderthal è un argomento discusso perché ovviamente nessuno ne ha mai conosciuto uno vivo. Quello che si sa è che aveva un cervello più grande di noi Sapiens, ma distribuito diversamente: i lobi frontali erano meno sviluppati e quelli occipitali di più. A seconda delle diverse funzioni delle varie zone del cervello si possono quindi fare ipotesi sul tipo di pensiero che corrisponde a questo diverso sviluppo. La Mc.Auel teorizza che per loro fosse molto più difficile innovare, ma che avessero una memoria molto migliore e immagina addirittura la presenza nei Neanderthal di una memoria ancestrale tramandata fra le generazioni (il che è molto affascinante a livello letterario, ma, temo, improbabile).
- La teoria secondo cui i Neanderthal si sarebbero estinti perché sterminati dai Sapiens sono state definitivamente cassate. Non solo le due specie hanno convissuto in Europa per più di 10.000 anni (e non solo loro, c'erano altre specie umane in giro), ma le ultime scoperte evidenziano la convivenza contemporanea in certi siti e la possibilità che si siano creati scambi commerciali e culturali (oltre agli scambi genetici che le ultime analisi del DNA sembrano testimoniare). Pare che quello che li ha fregati alla fine sia stata la pressione demografica

Per molti versi i Neanderthal di Golding sarebbero molto più realistici se invece di Neanderthal fossero una forma umana precedente. Il problema, ovviamente, è che in tal caso non si potrebbe immaginare un incontro con i Sapiens (vedere Wikipedia per credere...con riserva). Forse la soluzione sarebbe una forma contemporanea al sapiens molto più "arretrata", ma non saprei proporre un candidato convincente.

venerdì 7 settembre 2012

In time

http://en.wikipedia.org/wiki/In_Time
L'altro giorno mi sono vista questo film. Le premesse erano ottime: nel futuro l'invecchiamento cellulare degli esseri umani viene bloccato a 25 anni, da quel momento l'aspetto rimane invariato fino alla morte. Inoltre il tempo vitale ha preso il posto della moneta e può essere trasferito tramite il tocco e immagazzinato. I ricchi possono vivere in eterno, mentre i poveracci del ghetto vivono letteralmente alla giornata.
Figo, vero?
Però wikipediando ho scoperto che si sospettano plagi, visto che l'idea base è molto simile a quella del racconto "«Pentiti Arlecchino!» disse l'uomo del tic-tac" (Repent, Harlequin! Said the Ticktockman) di Harlan Ellison e dei film "Absolon" e "La fuga di Logan". Peccato perché l'ambientazione è la cosa migliore del film.
Per il resto è il classico filmaccio americano con sparatorie, sboronate di vario tipo, protagonisti raccomandatissimi che ce la fanno non si  sa come in situazioni assurde, pupe che corrono sui tetti con i tacchi alti ecc ecc, il tutto condito da un cast di ultrafamosi: i protagonisti sono Justin Timbelake (! D:) e Amanda qualcosa, quella di Mamma mia!, poi ci sono 13 di Dr.House e Leonard di Big bang theory (che è l'unico brutto del film) e chissà quanti altri che non ho riconosciuto.
Insomma, se volete vedervi un sano filmaccio d'azione è perfetto, ma se vi aspettate qualcosa di più rimarrete delusi.

mercoledì 5 settembre 2012

Perchè James bond non è niente a confronto della puttana sacra della Carey



La trilogia di Kushiel di Jaqueline Carey è incentrata sulla figura di Phédre, una prostituta sacra con tendenze masochiste derivanti da una predestinazione divina, che viene addestrata ad essere una spia.
L'ambientazione è un'ucronia medievale fighissima: il paese della protagonista è Terra d'Ange, è una sorta di Francia che venera il figlio di Gesù e della Maddalena, Elua, il cui unico comandamento è "ama a tuo piacimento". La repubblica della Serenissima venera Baal-Iuppiter e Asherat, la dea del mare, mentre il cristianesimo è rimasto una setta ebraica e così via. Tutti questi dei intervengono effettivamente nel romanzo (forse anche un po'troppo). Tuttavia mi chiedo se l'ambientazione sia davvero un'uronia come spero (e a quel punto quale sia l'evento scatenante) o se sia un'accozzaglia di idee carine spapagnate su una mappa del mondo. Alla fine della prima trilogia ancora non è chiaro.
Invece la parte spionistica non è male nel primo romanzo, ma è debole negli altri due (la protagonista ad un certo punto va in giro a chiedere dov'è la sua pericolosissima nemica a persone che probabilmente la stanno nascondendo, un genio), che sono migliori come romanzi di avventura. Anche la storia d'amore del primo romanzo non è niente male, mentre nel seguito non ci sono sviluppi particolarmente interessanti.
Le scene di sesso ovviamente sono per la maggior parte S&M. Io non le trovo malaccio, ma secondo una mia amica sono troppo poco particolareggiate, mentre un'altra mia amica non leggerà la trilogia perché c'è del sesso sadomaso. Bè, io vi ho avvertito.
Alla prima trilogia fa seguito una seconda (che non ho letto) che ha per protagonista un personaggio maschile già comparso nella saga. Anche se la prima trilogia non era incredibile, era abbastanza carina, quindi ci sto facendo un pensierino.

lunedì 3 settembre 2012

Chichen Itzà


Chichen Itza, uno dei più importanti siti archeologici Maya! L'abbiamo visitato l'ultimo giorno: visto che era molto esteso, che avevamo tempi stretti e che la guida era un po'scazzata non sono sicura di averlo visto al meglio (sicuramente mi sono persa l'osservatorio astronomico), ma vale sicuramente la pena.
Nella foto vedete la sua famosa piramide, costruita in modo da veicolare significati numerici legati ai due calendari Maya. Se ci battete le mani davanti sentite il verso del queztal, un uccello sacro ai Maya che oggi è quasi estinto.
La piramide è dedicata a Kuculcan (nome Maya di Quezalcoatl, il serpente piumato) ed è costruita in modo che durante gli equinozi si possa vedere un'ombra che scende serpeggiando lungo la scalinata nord.

Il tempio dei guerrieri: su ogni colonna è inciso in bassorilievo un diverso guerriero e in cima alla scalinata c'è la statua di un uomo in posizione particolare il cui significato è ancora ignoto. Sulla pancia della statua c'è una cavità in cui venivano poste le offerte sacrificali.

Sullo sfondo vedete la mensola dove veniva posta una rastrelliera con i teschi dei nemici uccisi in battaglia! Ne voglio una anch'io in salotto!

A Chichen Itza c'è il più grande campo per il gioco della palla di tutta la mesoamerica. Questo gioco esisteva in molte varianti. In questa la palla poteva essere colpita con delle mazze. Chi riusciva a fare passare la palla nell'anello, un colpo difficilissimo, si faceva sacrificare immediatamente sul posto per accedere in paradiso senza passare per le prove intermedie e la sua famiglia riceveva grandi onori. Che culo, eh?

mercoledì 29 agosto 2012

American Gods (Neil Gaiman)

http://en.wikipedia.org/wiki/American_Gods
Questo libro è veramente figo, leggetelo. Come, volete anche sapere di cosa parla? Che pretese!
L'idea base è che se qualcuno crede in un qualche dio, quello prende ad esistere. Il potere degli dei varia a seconda del numero di fedeli e gli emigrati portano con sé i loro dei, creandone versioni differenti. Per fare un'esempio, la Scandinavia ha un Odino e gli U.S.A. un altro.
In questo caso l'ambientazione sono gli U.S.A. e il protagonista è Shadow, un carcerato che sta finendo di scontare la sua pena e si ritroverà invischiato fino al collo in questa faccenda degli dei.
Se vi fidate di questo genere di cose, il libro ha vinto il Nebula, il Bram Stoker e lo Hugo.
Gaiman ha scritto altri romanzi che partono dagli stessi presupposti, fra cui I ragazzi di Anansi, che vorrei procurarmi e Buona apocalisse a tutti! che mi farò prestare a breve.
Parliamo anche un attimo dell'autore: ha scritto sceneggiature per la DC, creato il personaggio dei fumetti di Sandman, scritto Coraline (quello del cartone), Stardust (quello del film, mi piacerebbe leggere il romanzo), collaborato con Alice Cooper ecc ecc, ed è pure sexy.

http://www.lastfm.it/music/Neil+Gaiman

lunedì 27 agosto 2012

The great history of human diversity


Qualche mese fa ho assistito ad un'interessantissima conferenza tenuta da uno degli organizzatori della mostra The great history of human diversity che sarà ospitata dal Museo delle Scienze di Trento (orari: 10-18, chiuso il lunedì) dal 21 settembre 2012 al 13 gennaio 2013.
La conferenza anticipava alcune delle tematiche della mostra, che sembra interessantissima. Quantomeno, io ci voglio assolutamente andare *W*
Nel frattempo se fate i bravi vi dirò un paio di cosette che ho imparato alla conferenza.

lunedì 16 luglio 2012

Le caverne dipinte (e I figli della Terra): parliamone!


Cosa avete pensato di Le caverne dipinte? E della saga in generale?
Lo spazio dei commenti di questo post è dedicato al confronto su questo argomento, per cui chi non vuole spoiler lo eviti come la peste.

Un paio di regole:
- moderate i termini (a meno che non vogliate insultare la Auel per non averci dato una fine decente)
- cercate di restare in tema
- se esistono fanfiction che propongono un finale alternativo ditemelo per favore. Io stessa sono tentata di riscrivere l'ultimo libro così, per sport.
- si può discutere anche cosa leggere ora. Se avete romanzi ambientati nella preistoria da consigliarmi vi adoro. Mi accontento anche di un'antichità piuttosto remota o di popoli senza la ruota come le civiltà precolombiane. Mi piacciono anche testi scientifici, ma meglio se non sono troppo complicati.
Al momento su questo genere ho sottomano Darwinia di Wilson e The Inheritors di Golding, ma nessuno dei due mi convince. Invece non era niente male Il libro degli Yilanè di Harrison e, come ricorderete, mi era piaciuto molto Ossa della terra di Swanwick. Il famosissimo Il più grande uomo scimmia del Pleistocene di Lewis mi ha fatto schifo: è una robaccia freudiana e antiscientifica che tenta di essere comica riuscendo solo ad essere deprimente.

domenica 15 luglio 2012

The land of painted caves - Le caverne dipinte: recensione


Ho appena finito di leggere l'ultimo libro della Mc Auel, che a quanto pare dovrebbe essere il capitolo conclusivo della saga dei figli della terra. Scusate, ci ho messo tanto perchè l'ho letto in inglese ed è una mappazza da quasi 800 pagine e quindi in autobus mi portavo il kindle.
Mentre lo leggevo ho fatto dei confronti in libreria con l'edizione italiana che mi è sembrata molto ben tradotta, quindi leggerlo in inglese non vale la pena se dovete fare fatica e non godervi il libro. Non vi perdete niente.
N.B. In questo post cercherò di non fare spoiler, ma non posso recensire il libro senza parlarne, quindi se volete una sicurezza del 100% non leggete oltre. Per favore, evitate spoiler anche nei commenti: per parlare apertamente del libro pubblicherò subito dopo questo un post dedicato in cui si possa discuterne nello spazio riservato ai commenti.

Dunque, commenti a caldo: sicuramente è meglio del penultimo che secondo me era una noia mortale, il che è consolante. Almeno qui succede qualcosa. Tuttavia non è all'altezza degli altri romanzi. Per vari motivi che spiegherò con calma nel post, consiglio caldamente ai non ancora iniziati di concludere la serie con il quarto romanzo, Le pianure del passaggio. Quello è un gran finale per la saga. Sezionata così è è una delle mie saghe preferite in assoluto, una storia grandiosa, avventurosa, piena di personaggi affascinanti e basata su ricerche scientifiche accurate (alcune nuove scoperte sembrano contraddire la Auel, ma è incredibile vedere quante ne ha azzeccate).
Il 5° libro è una palla, non succede quasi niente, è davvero una delusione enorme dopo gli altri. Praticamente urla "gentili lettori, la scrittrice è pagata a parola quindi cuccatevi un sacco di nulla tirato per le lunghe".
Invece il vero problema di Le caverne dipinte è che sarebbe potuto anche essere un buon libro e salvare la serie dall'orrenda caduta del quinto libro, ma è gestito malissimo.
In primo luogo è pieno di ripetizioni inutili e noiose. Anche solo a tagliare quelle il libro migliorerebbe notevolmente (e sarebbe più comodo da leggere in autobus). Alcune hanno anche un loro perché in quanto sono flashback su avvenimenti successi negli altri libri che il lettore (se non è un fanatico come me) potrebbe anche non ricordarsi. Andrebbero ristrette un pochino, ma vabbè. Anche le descrizioni di cose irrilevanti possono avere senso per gli appassionati di preistoria che le possono confrontare con le loro conoscenze. Però la gente comincia a scocciarsi quando la canzone della Grande Madre Terra, che è lunghissima, viene riportata per intero 4 o 5 volte, invece di dire che viene cantata e basta, e lo stesso vale per le presentazioni per esteso dei personaggi con tutte le loro parentele e per la scena ripetuta un sacco di volte quasi sempre con le stesse parole in cui si deve dire anche dei più ridicoli personaggi secondari che hanno notato lo strano accento di Ayla. Questi sono i casi più eclatanti, ma non sono gli unici. Però c'è una parte leggendo la quale ci si sente veramente presi per i fondelli: la Auel ripropone una situazione già avvenuta in un altro libro e la risolve esattamente allo stesso modo, e questo proprio alla fine, dopo una parte interessante che il lettore avrebbe voluto vedere approfondita. Ok copiare, ma non da te stessa e non all'interno della stessa serie e NON a fine libro, tanto più se è l'ultimo della serie!!!
Anche la suddivisione interna del libro lascia forti perplessità, in quanto si dà molto spazio a vicende di scarsa importanza e si taglia su quelle più interessanti. Il libro è diviso in tre sezioni:
- La prima inizia con il raduno estivo che si svolge dopo la fine del libro precedente. Lo stile e l'ambientazione di questa parte sono quelle del già noioso Focolari di pietra, ma qui non si fa che rinfrescare le idee al lettore sui personaggi e sulle loro relazioni, tirandola molto per le lunghe. L'impressione è che sia in gran parte superflua. Dopodiché viene descritto un breve viaggio, che comunque viene sbrodolato troppo.
- La seconda parte riguarda un viaggio  per visitare le caverne dipinte del titolo, ambientato quattro anni dopo. C'è del movimento e qualche avventura interessante, ma anche questa sezione viene tirata troppo per le lunghe, soprattutto per quanto riguarda la descrizione delle suddette caverne e l'introduzione di una quantità di nuovi personaggi che, nonostante non abbiano alcuna importanza ai fini della trama, devono presentarsi per esteso e notare lo strano accento di Ayla.
- La terza parte (e siamo già oltre pagina 500) si svolge dopo un altro salto temporale, stavolta di un anno. Ayla ha circa 26 anni. A questo punto (finalmente!) comincia un pezzo veramente buono che dura circa 200 pagine. La Auel riesce a portare in primo piano in maniera sensata un'ottima idea che era già emersa negli altri libri e a mostrarne le conseguenze, che sembrano preannunciare sommovimenti collettivi, riflessioni da parte dei protagonisti e azione in generale. Il lettore sa già come si evolverà la situazione in termini storici, ma, forse anche per questo, si crea una forte suspance su come sarà gestita la questione nella situazione contingente dei personaggi. Si coglie anche l'eco di riferimenti biblici. Nel frattempo però emerge la situazione scopiazzata dall'altro romanzo di cui parlavo prima, che rapidamente passa in primo piano, mentre quella veramente avvincente viene lasciata sullo sfondo. Anche situazioni meno interessanti storicamente, ma più importanti per la vicenda personale della protagonista (visioni, movimenti di nemici...), vengono descritte minuziosamente solo per essere lasciate in sospeso. Di conseguenza, visto che questo avviene alla fine, la conclusione risulta assolutamente sottotono, sia come narrazione sia come atmosfera, anche se si cerca di salvare capra e cavoli con una frasetta banale sulle conseguenze dell'idea interessante. Dopo quelle 200 pagine tremendamente avvincenti, una fine del genere mi ha deluso terribilmente. L'autrice tira il sasso e nasconde la mano. La prima domanda che mi sono posta una volta chiuso il libro è stata "ma la Auel non ha un editor?". Sarebbe bastato davvero poco per migliorare considerevolmente il libro, e con uno sforzo maggiore se ne sarebbe potuto fare anche un bel romanzo. La seconda domanda è stata "ma le situazioni lasciate aperte? Mica avrà cambiato idea e vorrà fare un altro volume! Ormai è vecchia!". A pensarci bene, probabilmente le situazioni irrisolte rimarranno tali e forse c'è addirittura da sperarlo, vista la qualità degli ultimi libri. Insomma, sono rimasta delusa e forse ancor di più perché in questo libro, a differenza che nell'altro, c'è del buono. E' come vedere Anakin diventare Darth Vader.  Se non avete ancora letto il libro e avete domande siete i benvenuti, se l'avete letto e volete discuterne (o discutere della serie in generale) vi rimando al prossimo post.

giovedì 12 luglio 2012

Palenque


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Il sito archeologico maya di Palenque è uno dei più famosi in assoluto per via dell'incisione che vedete sopra, che è stata interpretata come un'astronave XD Cioè, ovvio che i maya discendono dagli alieni, no? Mettetevi il cuore in pace, è solo l'albero della vita che collega i tre mondi, cioè il nostro, l'inframundo (una sorta di inferno con 9 livelli) e i vari paradisi. Il tizio in foto sta ascendendo al paradiso.
Ma non è un tizio qualunque, è Pakal, il personaggio più importante di Palenque.


Quello che vedete in foto è il tempio delle iscrizioni, dove è stata trovata la tomba di Pakal, il re più importante della città che ora chiamiamo Palenque per via dell'omonima città vicina. Purtroppo la tomba non è accessibile. I reperti e la riproduzione della tomba così come è stata trovata sono al museo di antropologia di Città del Messico.
Pakal perse il padre giovanissimo e le redini del potere furono di fatto in mano a sua madre finché non raggiunse la maggiore età con la prima eiaculazione. Fu un grande sovrano e i maggiori monumenti di Palenque sono monumenti che lo commemorano: oltre alla sua tomba, uno dei pochi casi di piramidi che contengono un sepolcro, c'è quella di sua moglie, chiamata la regina rossa, nella piramide di fianco. In più il figlio eresse altre tre piramidi che celebravano il passaggio del potere spirituale e guerriero dal vecchio al nuovo sovrano e l'ascesa di Pakal al paradiso. Queste tre piramidi però, invece di essere completamente in pietra, sfruttano tre collinette preesistenti, terrazzate per creare dei gradoni. Questo è visto dagli archeologi come l'inizio della decadenza di Palenque.
Una curiosità: gli archeologi inizialmente pensavano che la tomba della regina rossa potesse essere quella della madre di Pakal, invece con la prova del dna hanno verificato che i due non erano parenti e hanno stabilito che fosse quella della moglie. Questo è comunque strano perché i sovrani maya praticavano l'endogamia, ovvero si sposavano fra parenti strettissimi. Le deformità dei bambini che nascevano erano viste come un segno di divinità, tanto che i bambini nati normali talvolta subivano modificazioni corporee per sembrare più belli: il loro cranio veniva schiacciato fra tavole in modo da allungarsi (i crani allungati sono stati usati come prova che i maya erano alieni XD), i nasi venivano incisi in modo da formare una gobbetta e veniva provocato lo strabismo appendendo palline davanti agli occhi dei bambini.
Oltre a queste modificazioni corporee, per essere belli i maya si tatuavano (sia gli uomini sia le donne), si bucavano le orecchie e dilatavano i lobi fino a potersi mettere orecchini giganti (in genere erano dischi con un perno posteriore da infilare nel lobo), si bucavano il naso e indossavano enormi ornamenti nasali, si incastonavano giada nei denti, le donne si limavano i denti a punta e gli uomini si facevano acconciature elaborate.

martedì 10 luglio 2012

Teotihuacan


Teotihuacan è il più grande sito archeologico del Messico ed è abbastanza vicino alla capitale. Si discute ancora da chi sia stata fondata questa città, ma fra il 150 e il 450 divenne il fulcro di una cultura che dominava quasi tutta l'America centrale. Qui ha avuto origine lo stile architettonico talud-tablero, consistente in gradini trapezioidali alternati a gradini rettangolari, che si ritrova in moltissime altre civiltà precolombiane. Tra il 700 e l'800 però questa civiltà comincia un declino misterioso. Le possibili spiegazioni sono tante, fra cui rivolte interne e siccità, ma nessuna è stata confermata.
In epoca atzeca la città divenne luogo di pellegrinaggio, in quanto veniva identificata come il luogo in cui gli dei si erano sacrificati per mettere in moto il sole.
Come potete vedere dalla mappa, al centro della città c'è un viale chiamato viale dei morti, su cui si affacciano due piramidi, la Piramide della Luna più a nord, e più in basso quella del Sole, che è la terza più alta del mondo (anche se le due piramidi, per via di un dislivello del terreno, arrivano alla stessa altezza). A sud si trova la Cittadella, dove si trova la piramide dedicata a Quezalcoatl, il serpente piumato. Vicino ai templi abitavano le persone più ricche e importanti dell'epoca, e nelle rovine dei loro palazzi si sono ritrovati resti di affreschi stupendi.

Nella foto potete vedere la piramide della Luna vista da quella del Sole. Su quella della Luna si può salire solo fino a metà, mentre sulla piramide del Sole fino in cima (infatti ho avuto male ai muscoli per tre giorni). Andando da una piramide all'altra lungo il Viale dei Morti (chiamato così perché si pensava che vi si trovassero delle tombe, cosa che si è rivelata falsa) si incontra l'unico affresco all'esterno di un palazzo ad essersi conservato, che raffigura un giaguaro su uno sfondo a righe. 

In uno dei palazzi nobiliari si trova uno degli affreschi sopravvissuti più interessanti, quello che raffigura il paradiso di Tlaloc, il dio della pioggia. Qui vedete i morti degni di accedervi (per esempio le persone morte per annegamento) immersi in un paradiso naturale. I riccioli che escono dalle loro bocche, quando sono rivolti verso l'alto indicano la parola, verso il basso il canto e se sono decorati con fiori indicano che ci si rivolge agli dei.

Nella cittadella si trova la piramide più bella di tutte, quella dedicata a Quezalcoatl, il serpente piumato. Si è conservata molto bene perché era ricoperta da un'altra piramide, come tradizionalmente si faceva ogni 52 anni, quando il calendario rituale (lunare) e quello normale da 360+5 giorni coincidevano e scadeva quindi il secolo.
Quezalcoatl è una divinità interessante perché si pensa possa essere stato un personaggio realmente esistito. Alcuni ipotizzano addirittura che sia stato uno dei vichinghi che arrivarono in America prima di Colombo, in quanto le leggende lo descrivono biondo e barbuto (i locali si depilavano il viso maniacalmente). Secondo la leggenda egli se ne andò dall'America dopo aver subito un torto, giurando che sarebbe tornato in quello che fu l'anno dell'arrivo di Cortès. Infatti il conquistador spagnolo fu scambiato dall'allora imperatore Moctezuma II, che aveva formazione da sacerdote e aveva preso il potere solo dopo la morte del legittimo erede, proprio per Quezalcoatl, tornato per vendicarsi. Questo fu uno dei motivi per i quali gli atzechi non agirono subito contro gli spagnoli.
In questa piramide vedete teste del serpente piumato (attorno al collo non ha un fiore ma piume) alternate a quelle di un dio non ancora identificato, che si pensa possa essere il dio della pioggia o il dio del mais per via della bocca a forma di pannocchia. Alle teste si alternano in verticale bassorilievi raffiguranti Quezalcoatl visto di lato e in orizzontale raffigurazioni di conchiglie, che erano considerate preziose in quanto non erano presenti nella zona.
Nel museo di antropologia di Città del Messico si può ammirare una ricostruzione della piramide come doveva essere nel periodo del suo massimo splendore, dipinta con i colori rinvenuti con analisi microscopiche.

mercoledì 13 giugno 2012

Museo di storia naturale di Londra


Cartolina del museo/Museum postcard

Il posto di Londra che mi è piaciuto più di tutti è stato il museo di scienze naturali *W* Già l'edificio in sè è bellissimo: in stile vittoriano con un qualcosa di gotico, ha animali realmente esistenti al posto dei gargoyle sia all'interno sia all'esterno e all'interno ha bassorilievi con ogni genere di animale, nonchè uno scheletro completo di diplodoco, Dippy, che è la mascotte del museo (soprassediamo sul nome da salsa messicana in cui pucciare i nachos).

All'esterno, nel bello spazio verde intorno al museo, abbiamo trovato una mostra delle più belle foto di animali dell'anno, davvero fighe, e un meraviglioso tronco fossile così antico che faceva venire i brividi *_*

Il museo è diviso in varie sezioni: animali di terra, animali marini, fossili marini...di primo acchito non è facile capire dove andare e infatti mi sono persa (notare la figaggine della teca sul rinoceronte lanoso, oggi estinto *_*). Purtroppo fra la calca e quel guastafeste di mio fratello che si annoiava a morte non sono riuscita a vederlo tutto, ma sono sicurissima che ne valga la pena!

Questo pesce mi somiglia...

La parte sui dinosauri non mi ha soddisfatta: ho dovuto fare un'ora di fila e una volta dentro più che reperti di valore c'era una mostra evidentemente pensata per bambini, con pochi pezzi, ma con un'ottima interazione (c'era anche un pupazzone ruggente di tirannosauro). Vista l'attesa e la calca anche dentro non ne vale la pena a meno che non siate con persone dagli 11 anni in giù.

Però presentava una delle teorie più interessanti sulla scomparsa dei dinosauri in cui mi sia mai imbattuta XD

In realtà il motivo principale per cui volevo visitare il museo erano gli scheletri di ittiosauro scoperti da Mary Anning, che pensavo di trovare nella sezione dinosauri e che invece erano in quella fossili marini.
E' stato veramente emozionante vederli! In particolare l'esemplare della seconda foto, che si è conservato nel momento esatto del parto!!! ç_ç

Come sempre ho watermarkato tutto con l'indirizzo del blog che uso di più perchè sono pigra.