lunedì 31 ottobre 2016

Ötzi: per un pugno di ambra

"Ötzi: per un pugno di ambra" (in originale "Ótzi. Por un puñado de ámbar") è un fumetto a colori degli autori baschi Mikel Begoña e Iñaket, pubblicato in madrepatria dalla Norma Editorial. In Italia è stato pubblicato dalla Barta Edizioni.
Ha per protagonista Ötzi, l'uomo del calcolitico trovato mummificato sulle Alpi nel 1991. E' il primo volume di una trilogia ispirata alla saga spaghetti western di Sergio Leone composta dai tre film "Per un pugno di dollari", "Per qualche dollaro in più" e "Il buono, il brutto, il cattivo". Il secondo volume, "El bueno, el feo y el tuerto" è uscito a settembre in madrepatria.
Questa la trama: Europa, fine del IV millennio a.C. Misteriosi uomini a cavallo iniziano ad attaccare i villaggi alpini, con l'obiettivo di impadronirsi della sacra ambra.
Ötzi vive in un villaggio delle Alpi ed è il miglior arciere della sua tribù nonostante inizi ad essere avanti negli anni. A lui e all’impetuoso giovane Sölden, un altro ottimo arciere, l’oracolo affida la missione di proteggere dai feroci cavalieri i passi di montagna attraversati dai mercanti d'ambra.
Visto che sono una super fan della preistoria in generale e di Ötzi in particolare (ho anche visitato il museo a lui dedicato) non potevo lasciarmi scappare questo fumetto, in cui si ipotizza la causa della sua misteriosa morte.
Begoña e Iñaket per scriverlo hanno fatto riferimento agli studi effettuati su Ötzi e nelle zone alpine, ma hanno forzato la storia introducendo la doma dei cavalli, già in voga nelle steppe dell’Est, ma non sulle Alpi. D'altra parte una migrazione verso ovest di alcuni cavalieri è improbabile, ma non impossibile.
Ho trovato il fumetto appassionante e molto ben fatto. Nonostante ci sia un seguito, è fruibile anche come volume unico.
A livello artistico l'ho trovato molto bello, stilizzato, ma molto espressivo anche grazie all'uso del colore, con scene che si rifanno all'arte rupestre.
Consigliatissimo.

venerdì 21 ottobre 2016

La luna delle renne (Elizabeth Marshall Thomas)

"La Luna delle Renne" ("Raindeer Moon") è un romanzo del 1987 della scrittrice statunitense Elizabeth Marshall Thomas.
La protagonista è Yanan, nata nella Siberia di ventimila anni fa. La storia comincia quando la ragazza è già defunta e si svolge come un flashback in prima persona lungo due linee temporali parallele: quella che racconta la sua storia quando era in vita e quella che racconta la sua esperienza come spirito. Yanan è bella e abile, ma è una testa calda. Lei e gli altri cacciatori-raccoglitori della Siberia del Paleolitico superiore, molto simile ad una versione gelida della savana africana, lottano costantemente contro la fame, il freddo e tutti gli altri numerosi pericoli del loro ambiente. In questo contesto così duro le rigide regole sociali che regolano la vita dei gruppi umani possono diventare un aiuto, ma anche una prigione, soprattutto in inverno, quando il freddo costringe ad una vicinanza forzata.
La Marshall non è una paleontologa, ma si vede che ha studiato. L'ambiente naturale è ricostruito con cura e il comportamento delle popolazioni umane appare molto verosimile, probabilmente perché è ispirato a quello delle tribù di cacciatori-raccoglitori ju-wa del Kalahari presso cui l'autrice ha vissuto a lungo negli anni '50. Le capanne descritte, invece, sono ispirate a quelle riportate alla luce nel bacino dello Yenisei-Angara.
Ma per parlare di "La luna delle renne" bisogna andare ben oltre il realismo della storia, che è compromesso in partenza dalla decisione - pur molto interessante - di raccontare la storia come se le credenze spirituali delle popolazioni protagoniste fossero reali. Parte del fascino del romanzo deriva dalla suspense creata dalla scelta di raccontare solo alla fine la causa della morte della protagonista. La maggior parte, però, deriva dalla profonda umanità dei personaggi, che, per quanto seguano costumi che al lettore possono sembrare bizzarri, soffrono, gioiscono e amano alla nostra stessa maniera. Ho trovato particolarmente interessante, rispetto ad altri romanzi ambientati nella preistoria, scegliere di raccontare la storia di popolazioni che vivono in condizioni durissime. In questo modo la Marshall crea un romanzo di grande impatto emotivo. Questo soprattutto per quanto riguarda il racconto in prima persona della vita di Yanan, mentre ho trovato a tratti noiosi i racconti della sua esperienza come spirito, in cui si trasforma in vari animali per vivere come loro per un certo periodo.
Nonostante questo, il romanzo mi è piaciuto molto e lo consiglio senz'altro.
Ringrazio ancora Karmilla per avermelo segnalato!

venerdì 7 ottobre 2016

L'uomo dei Balzi Rossi (Stanis Mulas)

"L'uomo dei Balzi Rossi" è un romanzo del 1988 di Stanis Mulas, uno studioso di archeologia mediterranea, laureato in giurisprudenza, che ha esercitato la professione legale e collaborato a vari quotidiani. Mulas ha pubblicato più di cento romanzi, tra gialli e d'avventura, sotto diversi pseudonimi, fino alla sua morte nel 1993.
Il libro ha avuto varie ristampe (che io sappia solo cartacee), ma al momento è difficilissimo da trovare. Io ho comprato usata su Amazon la prima edizione dell'Euroclub Italia (con in copertina fotogrammi del meraviglioso "La guerra del fuoco" di Annaud) ad un prezzo irrisorio.
Ho scoperto questo romanzo su consiglio di Karmilla, una lettrice del mio (più o meno defunto) blog "La Voce del Dinosauro" più di un anno fa. Me l'ha consigliato in quanto sono un'appassionata di preistoria e questo è uno dei pochi romanzi ambientati in quel periodo. In più, rispetto ad altri, ha la particolarità di essere ambientato nientemeno che in Italia, in Liguria, e di essere stato scritto da uno studioso di archeologia mediterranea.
Il romanzo trae spunto da un sito archeologico realmente esistente. Balzi Rossi, infatti, è il nome di una spiaggia, di un museo e di un complesso di grotte vicino a Ventimiglia in cui, dalla seconda metà dell'Ottocento, sono stati trovati diversi reperti paleolitici. Il luogo è chiamato così per il colore della roccia, formata da calcare ricco di minerali ferrosi. Il sito comprende circa 15 caverne con una ventina di sepolture umane, oggetti di vario tipo, un'incisione rupestre e resti animali. Gli scheletri rinvenuti appartengono a uomini di Cro-Magnon (sapiens).
Mulas racconta di uno dei tanti incontri tra i Neanderthal che hanno vissuto per cinquantamila anni lungo l’arco della riviera ligure, e i Cro-Magnon, tramite due storie parallele, quella della vita quotidiana della tribù Neanderthal dei Balzi Rossi e quella di un gruppo di Cro-Magnon che lasciano i territori gelidi in cui sono nati e affrontano un viaggio lungo e pericoloso per raggiungere i Territori Caldi e la Grande Acqua Salata di cui narrano i loro anziani.
Naturalmente il cammino delle due genti si incrocerà, con conseguenze imprevedibili, fra scontri, intrighi e storie d'amore.
Il romanzo in generale è abbastanza ben scritto. L'italiano risulta a tratti antiquato e a tratti molto moderno. Il ritmo è buono, anche se ci sono degli episodi, spesso alla fine, che risultano un po' sconnessi. Il punto di vista è quello di un narratore onnisciente esterno. I personaggi principali sono interessanti e abbastanza approfonditi, quelli secondari risultano sottomessi alle necessità della narrazione (alcuni presenti fin dall'inizio vengono presentati solo quando compiono azioni rilevanti e i personaggi minori sono solo tratteggiati).
Dal punto di vista paleontologico, pur essendo un libro piuttosto vecchio, è comunque molto interessante. Infatti in passato i Cro-Magnon erano spesso indicati come la causa dell'estinzione dei Neanderthal nonostante secondo i reperti abbiano convissuto con i Neanderthal per circa 60.000 anni nel Levante e per più di 10.000 anni in Francia. Questo libro invece promulga un'ipotesi che sembra in linea con alcune recenti scoperte.
Ovviamente ho trovato interessante anche il ritratto delle due culture, raccontate come sullo stesso piano a livello di sviluppo tecnico e culturale, ma comunque differenti: anarchici i Neanderthal, gerarchici i Cro-Magnon, con capi donna in periodo di pace e uomini in periodo di guerra.
Un punto di vista molto diverso da quello della McAuel nella saga de "I figli della Terra".
Quello che ho trovato un po' da romanzaccio di serie Z è stata l'insistenza sulle scene di sesso e sulla libertà sessuale delle donne, chiaramente filtrati da un punto di vista maschile.
In definitiva non è un romanzo incredibile, ma se siete appassionati del genere e siete interessati alla preistoria italiana ve lo consiglio senz'altro.