lunedì 18 novembre 2013

Ender's Game


Ender's Game è un libro scritto da Orson Scott Card nel 1985. Ha vinto il premio Nebula e il premio Hugo e conta una lunga serie di seguiti e romanzi addizionali, ma si può tranquillamente leggere anche da solo. E' ambientato in un futuro in cui l'umanità ha subito devastanti attacchi da una razza aliena e gli alti comandi militari sono alla ricerca dei comandanti che li porteranno alla vittoria in un nuovo scontro. Per questo hanno creato degli istituti in cui addestrare le menti più brillanti fin da giovanissime. Ender è uno di questi bambini. Ha 6 anni ed è uno dei rari terzogeniti concessi dal programma di controllo delle nascite. I suoi fratelli sono stati scartati dalla scuola di guerra, Peter, il maggiore, perché troppo violento e Valentine, la sua amata sorella, perché troppo tenera. Ora è il turno di Ender, il quale, che lo voglia o no, deve addestrarsi per il bene della razza umana.
La scrittura di Card non è perfetta, ma è molto coinvolgente e il libro cattura presto il lettore, anche una come me che non va matta per le storie militaresche. La durezza dell'ambiente in cui vive Ender e le sue dinamiche di conflitto sono estremamente convincenti.
E' un libro che mi sento di consigliare a tutti (magari dai 12-14 anni), tranne a chi odi le situazioni di violenza fittizie che coinvolgono bambini.
Una nota divertente: Card è stato accusato di omofobia per aver espresso affermazioni controverse sugli omosessuali. In questo libro però ci sono molte scene in cui è facile vedere omosessualità repressa: bambini sculettanti, bambini perennemente nudi, bambini che lottano nudi nelle docce...


Ender's Game è stato adattato a fumetti e nel 2013 è uscito anche un film coprodotto da Card tratto dal romanzo. Ho apprezzato molto Asa Butterfield nel ruolo del protagonista. Fa parte del cast anche Harrison Ford.
Visto che ho guardato il film dopo aver letto il libro, per non falsare la mia recensione ho tenuto molto conto anche del parere del mio fidanzato, che invece non l'aveva letto.
Il film ricalca abbastanza fedelmente gli avvenimenti del libro, anche la storia è raccontata il più velocemente possibile per far stare nel tempo del film tutte le scene (mentre il libro si sarebbe potuto espandere ulteriormente!). Forse sarebbe stato più utile tagliarne un paio (in particolare quella al lago, davvero inutile) ed espandere altri avvenimenti fondamentali. Però a confronto con il libro si è su tutt'altro livello, anche a causa di un paio di scene in cui gli avvenimenti si svolgono in maniera poco razionale. Peraltro il grande colpo di scena finale era facilmente intuibile.
Rispetto all'originale la dimensione del conflitto sia con gli insegnanti sia con gli studenti è stata smussata moltissimo, per cui il film non riesce a rendere l'atmosfera. Sono state censurate anche le scene di nudo e i rapporti un po'morbosi. In più è stata tagliata la parte politica che si svolge sulla Terra, una scelta secondo me corretta, ma che impoverisce  e inserita una storia di love story in embrione.
Per rendere bene l'opera originale io e i miei amici concordiamo che lo strumento migliore sarebbe una serie anime: la lunghezza permetterebbe di esaminare bene i vari avvenimenti e i giapponesi non hanno sicuramente paura di un po'di violenza fra minorenni.
In definitiva il film è carino, adatto ad un pubblico di qualsiasi età per una visione abbastanza leggera. Il romanzo è più duro, ma anche più bello ed interessante, quindi a chi fosse interessato ad entrambi consiglio di leggere prima il libro.

2 commenti:

  1. Ciao! Hoi visto il film proprio pochi giorni fa...da lettrice ventennale o più di fantascienza e fantasy...il film è stato carino ma si capiva che molte delle "tensioni psicologiche" e "domande esistenziali" erano state, probabilmente, molto mitigate.
    Non ho mai letto i libri del ciclo di Ender (mi pare siano una serie) ma credo che prima o poi rimedierò :)

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  2. Non sarebbe stato possibile concentrare tutto in un paio d'ore, ma secondo me un po'meglio si sarebbe potuto fare.
    Il libro vale veramente la pena.

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