martedì 10 luglio 2012

Teotihuacan


Teotihuacan è il più grande sito archeologico del Messico ed è abbastanza vicino alla capitale. Si discute ancora da chi sia stata fondata questa città, ma fra il 150 e il 450 divenne il fulcro di una cultura che dominava quasi tutta l'America centrale. Qui ha avuto origine lo stile architettonico talud-tablero, consistente in gradini trapezioidali alternati a gradini rettangolari, che si ritrova in moltissime altre civiltà precolombiane. Tra il 700 e l'800 però questa civiltà comincia un declino misterioso. Le possibili spiegazioni sono tante, fra cui rivolte interne e siccità, ma nessuna è stata confermata.
In epoca atzeca la città divenne luogo di pellegrinaggio, in quanto veniva identificata come il luogo in cui gli dei si erano sacrificati per mettere in moto il sole.
Come potete vedere dalla mappa, al centro della città c'è un viale chiamato viale dei morti, su cui si affacciano due piramidi, la Piramide della Luna più a nord, e più in basso quella del Sole, che è la terza più alta del mondo (anche se le due piramidi, per via di un dislivello del terreno, arrivano alla stessa altezza). A sud si trova la Cittadella, dove si trova la piramide dedicata a Quezalcoatl, il serpente piumato. Vicino ai templi abitavano le persone più ricche e importanti dell'epoca, e nelle rovine dei loro palazzi si sono ritrovati resti di affreschi stupendi.

Nella foto potete vedere la piramide della Luna vista da quella del Sole. Su quella della Luna si può salire solo fino a metà, mentre sulla piramide del Sole fino in cima (infatti ho avuto male ai muscoli per tre giorni). Andando da una piramide all'altra lungo il Viale dei Morti (chiamato così perché si pensava che vi si trovassero delle tombe, cosa che si è rivelata falsa) si incontra l'unico affresco all'esterno di un palazzo ad essersi conservato, che raffigura un giaguaro su uno sfondo a righe. 

In uno dei palazzi nobiliari si trova uno degli affreschi sopravvissuti più interessanti, quello che raffigura il paradiso di Tlaloc, il dio della pioggia. Qui vedete i morti degni di accedervi (per esempio le persone morte per annegamento) immersi in un paradiso naturale. I riccioli che escono dalle loro bocche, quando sono rivolti verso l'alto indicano la parola, verso il basso il canto e se sono decorati con fiori indicano che ci si rivolge agli dei.

Nella cittadella si trova la piramide più bella di tutte, quella dedicata a Quezalcoatl, il serpente piumato. Si è conservata molto bene perché era ricoperta da un'altra piramide, come tradizionalmente si faceva ogni 52 anni, quando il calendario rituale (lunare) e quello normale da 360+5 giorni coincidevano e scadeva quindi il secolo.
Quezalcoatl è una divinità interessante perché si pensa possa essere stato un personaggio realmente esistito. Alcuni ipotizzano addirittura che sia stato uno dei vichinghi che arrivarono in America prima di Colombo, in quanto le leggende lo descrivono biondo e barbuto (i locali si depilavano il viso maniacalmente). Secondo la leggenda egli se ne andò dall'America dopo aver subito un torto, giurando che sarebbe tornato in quello che fu l'anno dell'arrivo di Cortès. Infatti il conquistador spagnolo fu scambiato dall'allora imperatore Moctezuma II, che aveva formazione da sacerdote e aveva preso il potere solo dopo la morte del legittimo erede, proprio per Quezalcoatl, tornato per vendicarsi. Questo fu uno dei motivi per i quali gli atzechi non agirono subito contro gli spagnoli.
In questa piramide vedete teste del serpente piumato (attorno al collo non ha un fiore ma piume) alternate a quelle di un dio non ancora identificato, che si pensa possa essere il dio della pioggia o il dio del mais per via della bocca a forma di pannocchia. Alle teste si alternano in verticale bassorilievi raffiguranti Quezalcoatl visto di lato e in orizzontale raffigurazioni di conchiglie, che erano considerate preziose in quanto non erano presenti nella zona.
Nel museo di antropologia di Città del Messico si può ammirare una ricostruzione della piramide come doveva essere nel periodo del suo massimo splendore, dipinta con i colori rinvenuti con analisi microscopiche.

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