Darwinia è un romanzo del 1998 di Robert Wilson. Ha vinto un premio Aurora (un premio canadese) ed è stato nominato all'Hugo, ma secondo me non se lo merita.
L'idea base è fighissima: l'Europa e parte dell'Asia e dell'Africa all'improvviso vengono sostituite da un territorio della stessa forma, ma con flora e fauna molto diverse, quasi preistoriche. Lo stesso avviene con i mari intorno. Ovviamente gli abitanti scompaiono insieme con i "vecchi" continenti, creando una processione di esuli e orfani, di cui alcuni decidono di conquistare il nuovo territorio. Ma anche le grandi potenze sono interessate a quello che i giornali chiamano Darwinia...
La storia è ambientata nel 1912 e il protagonista è Guilford Law, un giovane fotografo affascinato da Darwinia fin dal tempo della sua comparsa, che entra a far parte di una spedizione di esplorazione del nuovo mondo.
E fin qui tutto bene. Non è una bella idea? Solo che Wilson si fa prendere la mano e ci mette dentro personaggi cavalcati da divinità in stile voodoo, i marziani, un'intelligenza cosmica, la vita dopo la morte, fantasmi della seconda guerra mondiale (perché proprio di quella non viene mai spiegato), mutazioni, una battaglia fra bene e male alla fine dei tempi in stile apocalisse e quant'altro. In teoria c'è una spiegazione razionale che permette di coordinare tutto, in pratica ho trovato che fosse veramente un po'troppo.
In più viene dato troppo spazio a personaggi che poi non sono adeguatamente sviluppati, come la figlia di Guilford, Lily, e che ci sono bizzarri sbalzi di punto di vista che si potevano tranquillamente evitare.
Insomma, se proprio non avete altro da leggere potete provarci, se no c'è di meglio.
In Italia è stato pubblicato da Fanucci nel '99. Io ho letto l'inglese e non è particolarmente difficile (specie con un vocabolario sottomano).
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